Confezioni di pasta plastic free?
Confezioni di pasta plastic free?
La pasta Agnesi lancia l’incarto compostabile e l’utilizzo di grano da filiera certificata: in questo modo verranno utilizzati 42 milioni di confezioni in plastica in meno.
Quarantadue milioni di confezioni di plastica in meno: con la svolta del pack compostabile della pasta Agnesi è questo il risultato dell’impegno sostenibile del Gruppo Colussi che solo qualche mese fa ha lanciato gli incarti compostabili ed ecosostenibili di molti dei prodotti del marchio dell’healthy food Misura.
Da gennaio 2011, sugli scaffali dei supermercati e dei negozi di tutta Italia, Agnesi sostituirà gli attuali incarti con quelli 100% compostabili.
La nuova confezione della pasta, smaltita nell’umido, dopo un processo di compostaggio industriale si trasformerà in terriccio impiegabile come fertilizzante del suolo: nasce dalla natura e torna nella natura.
Con questa new entry, la percentuale di incarti sostenibile utilizzata dal Gruppo sale a oltre il 90% e la plastica si riduce all’8,5%, in termini di peso vengono eliminate 852 tonnellate di plastica.
Le confezioni sono sostituite in parte dall’innovativo incarto derivato dal Mater-Bi, materia prima per il nuovo packaging realizzata da una filiera di aziende made in Italy e in percentuale ancora maggiore da carta proveniente da forestazione sostenibile certificata dal Forest Stewardship Council (FSC).
Il Gruppo Colussi è la prima azienda alimentare a livello internazionale che sceglie il compostabile per i prodotti da scaffale, una confezione che mantiene inalterata la qualità di prodotti che mediamente devono durare a lungo sugli scaffali dei negozi, fuori dal banco frigo. Si tratta quindi di un incarto innovativo, che è stato reso possibile grazie al lavoro congiunto di un pool di aziende tutto italiano: Novamont, Saes, Sacchital, TicinoPlast e Ima, con il contributo scientifico dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
In virtù di questa collaborazione oggi la nuova linea di pasta compostabile Agnesi è stata inaugurata nello stabilimento Agnesi di Fossano in provincia di Cuneo alla presenza di Carlo Petrini, presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche e fondatore di Slow Food e di Angelo Colussi, Presidente del Gruppo Colussi.
Un taglio del nastro “a porte chiuse” per le restrizioni Covid, ma fortemente voluto per suggellare una stagione di rinnovamento nel segno della sostenibilità e della qualità alimentare della pasta Agnesi.
Inoltre, se nel 2018 Agnesi – precorrendo quello che oggi è diventato un trend del mercato – ha scelto di utilizzare solo grano duro 100% italiano, ora annuncia un’ulteriore evoluzione: grano da filiera italiana 100% sia per la pasta di semola che per la pasta all’uovo. Scegliere il grano da filiera italiana equivale a fornire tre garanzie di qualità chiare e precise: tracciabilità del grano, dal seme al prodotto finito; provenienza italiana, dalle regioni del Centro e del Sud che tradizionalmente sono votate a questo prodotto; produzione etica, grazie ai contratti stabiliti con gli agricoltori. Una scelta che premia la produzione nazionale, quindi, anche per sostenere la nostra economia e la nostra occupazione in un momento in cui la crisi sta colpendo duramente. Agnesi, del resto, è la marca della tradizione dal 1824, simbolo di eccellenza nella lavorazione del grano duro, tornato nel 1999 a essere italiano grazie all’acquisizione da parte del Gruppo Colussi.
“Dopo la rivoluzione green del marchio Misura”, spiega Angelo Colussi, Presidente del gruppo Colussi, “continuiamo a investire nell’ambiente e nello stesso tempo continuiamo a investire nell’Italia. Da una crisi come quella che stiamo vivendo occorre uscire puntando sul futuro. E il gruppo Colussi lo fa anticipando i tempi delle richieste che ci vengono dall’Europa con il Green Deal, scegliendo per primo non solo nel nostro Paese ma anche a livello internazionale un packaging plastic free. Il nostro obiettivo è di aumentare la quantità di incarti compostabili dei nostri prodotti, oltre che salvaguardarne la qualità e la freschezza che rimangono nostri asset fondamentali. Per verificarlo abbiamo vicino l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, un’altra realtà italiana di cui andare fieri”, conclude Colussi.
Attualmente – secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente – a livello globale solo l’1% degli incarti in plastica provengono da materie vegetali e sono compostabili come quelli utilizzati da Colussi. Nello stesso tempo, la ‘pandemia da plastica’ sta toccando nuovi record, con la crisi del Covid19. Ancora in precedenza, il WWF stimava che ogni anno arrivano nelle acque del Mediterraneo 570 mila tonnellate di plastica, l’equivalente di 33.800 bottiglie ogni minuto. Un numero destinato a quadruplicarsi da qui al 2050.
Carlo Petrini, Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche, infine rimarca: “Il nostro ateneo è lieto di proseguire e rafforzare la collaborazione con il gruppo Colussi, con l’obiettivo di rendere sempre più sostenibile la produzione alimentare. Questo sarà possibile anche attraverso il Laboratorio di Sostenibilità ed Economia Circolare di UNISG, con l’impegno di sviluppare progetti volti all’innovazione per un futuro del cibo sempre più ‘pulito’ e di qualità”.
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Le nuove direttive per diminuire la percentuale di plastica nel packaging alimentare entro il 2025 e alla messa al bando di prodotti e involucri in plastica monouso, le più importanti novità introdotte dalla Direttiva UE.
La direttiva Ue 2019/904, bandisce dagli scaffali dei supermercati tutte le plastiche monouso negli scaffali della grande distribuzione organizzata. Oltre a vietare la vendita di forchette, coltelli, cucchiai, bacchette, piatti, cannucce, contenitori per alimenti, bastoncini cotonati e molti altri prodotti “usa e getta”.